lunedì 19 dicembre 2011

il mio primo strumento

Come già accennato nel mio post precedente il mio primo strumento e' stato un kalison doppio modello Allegri.
Vado un po' a descriverlo nei dettagli e nelle specifiche tecniche,  così se qualcuno ne possiede uno potrà conoscerlo meglio, visto che me lo sono portato con me per 12 anni , prima di lasciarlo andare per una nuova strada.
Il modello Allegri doppio corno era uno strumento interamente fabbricato in Italia da una meravigliosa ditta Milanese di proprietà del signor Angelo Benicchio, che purtroppo ha chiuso i battenti qualche anno fa, aveva un disegno molto semplice e funzionale, con una sola pompa di regolazione per l'intonazione generale del corno in Fa e una per il corno in Si bemolle.
Non possedeva  una pompa generale per tutto il corno, quindi bisognava separatamente intonare i due corni e in seguito posizionare le pompe corrispondenti ai cilindri.
La mia macchina era a cordini, ma poteva essere richiesta anche meccanica con un sistema di leve fisse; era molto fluida,  veloce e silenzionsa e non necessitava di grande lubrificazione.
Personalmente credo che nessuna macchina , di qualsiasi corno,  debba essere lubrificata troppo, in quanto il grasso delle pompe a contatto con il valve oil si scioglie, scende a impastare il cilindro interno e lo rallenta.
Io quando la macchina tende a diventare lenta , preferisco fare  un lavaggio completo dello strumento non prima di aver spruzzato, dalle pompe,  del semplice sgrassatore da casa all'interno di ciascun cilindro.
E' un  trucco che mi ha insegnato un vecchio aggiustatore, morto tanti anni fa ,che si chiamava Remo Lucchi il quale riteneva, a mio parere vedendo giusto, che la saliva era il miglior lubrificante e lo sgrassatore  il miglior pulitore di un cilindro del corno, oltre allo smontaggio se davvero ci sono problemi grandi di scorrevolezza.
Ma torniamo al mio primo corno.
La caratteristica che saltava subito all'orecchio, di chi si accingeva a suonarlo, era l'intonazione facile anche con poche correzioni  della mano, ma una certa costrizione di uso delle posizioni per ottenerla.
Lo strumento infatti non permetteva di suonare la quarta posizione con la combinazione primo secondo tasto,  ma era quasi vincolante al terzo, mentre  col corno in Si bemolle  il do centrale doveva essere suonato col corno in Fa perchè risultava altrimenti calantissimo d'intonazione,idem per il si naturale col primo e secondo in Si bemolle che doveva assolutamente suonato col secondo del corno in Fa altrimenti crescentissimo.
Come tutti i cornisti sanno,  all'emissione di certe note ci si abitua con un buon flusso d'aria e correzione di labbro o con la mano, ma cito questi esempi perche' in questo corno erano davvero difficili da aggiustare se non con un cambio di posizione.
Il mio Allegri era a campana svitabile con un sistema che non ho mai riincontrato  in  nessun altra marca di corno, funzionale,  ma anche molto pericoloso soprattutto per un suonatore inesperto.
La campana infatti era svitabile, non con una vite,  come tutti gli altri corni, ma con un sistema ad innesto, detto a baionetta,  che si stringeva con un solo movimento e una vite cortissima ,che aveva la triste caratteristica, se tiravi forte, di spannarsi o di andare oltre la sua corsa, provocando l'uscita della campana dal suo sito con cadute frequenti.
Il suonatore inesperto,come ero io, cadeva spesso in questo errore provocando degli incidenti non sempre piacevoli.
Il suono dello strumento era un po' piccolo e non molto scuro e una caratteristica negativa era che il suono del corno in Si bemolle era piu' robusto e vivo di quello del corno in Fa che sembrava essere pieno solo per le note Do e Si naturale centrale e basso,che poi erano quelle che dovevi usare obbligatoriamente con quelle posizioni, perchè,come accennato in precedenza, insuonabili col primo cilindro o col primo e secondo in Si bemolle.
Insomma non era uno strumento eccezionale, ma era piacevole,divertente, con un non so che di antico;  ho frequentato con molto piacere la ditta kalison  a Milano in quanto suonavo all'orchestra dei Pomeriggi musicali e ho sempre avuto una personale passione per tutto quello che riguarda la costruzione e la parte tecnica del corno.  Mi recavo spesso in fabbrica e ho  avuto modo di conoscere personalmente la cortesia e la competenza del signor Angelo  Benicchio e della figlia Gianna e la bravura del suo staff tecnico.
Quando ha chiuso sono rimasto molto male perche' era l'ultimo baluardo dell'artigianato italiano del corno con un personale,che ho conosciuto nella sua quotidianità,di altissimo livello.
C'e' sempre stato verso questo marchio un atteggiamento molto restio da parte dei cornisti professionisti  perche' l'Italia cornistica in genere e' molto esterofila e corre molto dietro alle mode, ma personalmente credo che i kalison soprattutto dell'ultima generazione fossero curati e competitivi e rinnovo la mia stima per questo marchio.
Ci sarebbe moltissimo da approfondire sui corni kalison e prometto che analizzero' tutti i modelli in un altro post piu' specifico.
Per ora ho descritto il mio primo strumento, il primo corno che mi ha dato sensazioni e soddisfazioni piacevoli e importanti, che e' stato apprezzato anche dal maestro H.Baumann quando ho avuto, nel 1989 ,occasione di farglielo provare.
 Lui ,come e meglio di me, ne ha colto tutte i pregi e i difetti che ho in precedenza descritto e questo mi ha riempitodi una  grande gioia.

1 commento:

  1. Mentre leggo questo post mi ritornano in mente vecchi ricordi di un aula nel seminterrato del conservatorio con una stufa a legna poi continuando a leggere mi sorprende vedere il nome di un artigiano che anche io ho frequentato.
    Lavorava in una bottega in un vecchio edificio del centro storico in ci passavo i pomeriggi col nostro prof a modificare i bocchini al vecchio tornio che teneva sulla destra appena entrato col quale costruiva bordi filettati intercambiabili di sua credo invenzione che ho poi avuto modo di copiare e riprodurre dato che il lavoro e l'attrezzatura che tuttora uso si prestano anche a questo.
    Anch'io anche se non abbastanza a lungo per coglierne pregi e difetti ho avuto la fortuna di suonare con il "k27"portandolo nei pomeriggi di lunedì e venerdì con il suo pesante astuccio per i vicoli del centro storico fino all'aula con la stufa a legna per poi portarmelo a militare nella banda dei granatieri per poi passare per volere di un misero maresciallo a suonare la tromba di Corsa nella fanfara dei bersaglieri.
    Poi con la musica tanti anni di vuoto fino ai primi approcci di mio figlio al musicale con un
    Saxofono che con molta fatica imparo a suonare e tuttora mi piace fare ne ho alcuni mi piace prenderli e sistemarli per passatempo e la musica è parte della mia vita assieme a quella meccanica particolare semplice ma efficace che ho appreso smontando e rimontando il mio Allegri k27.
    Scusa se ho utilizzato il tuo blog per raccontare la mia esperienza bellissima anche se breve con quello strumento so che l'anno scorso durante una tua visita nella scuola di mio figlio ai riconosciuto il cognome mi ha fatto molto piacere e comunque io quel corno lo conservo ancora ciao Giovanni

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